Tappa 7

Dislivello 530m

Lunghezza 22,8 Km

Difficoltà E

CAI: Asti

Paesi coinvolti:

  • Crea – Ponzano M. – Castelletto Merli fraz. Guazzolo 7,3 km
  • Castelletto Merli fraz. Guazzolo – Alfiano Natta 6,5 km
    (compreso andata e ritorno per Cardona circa 2 km)
  • Alfiano Natta – Alfiano Natta Fraz. Sanico 1,8 km
  • Alfiano Natta Fraz. Sanico – Penango 3,4 km
  • Penango – Calliano M. 3,8 km

Caratteristiche percorso:

Non rilevate particolari criticità.
Alcuni brevi tratti piuttosto ripidi ma sempre ben ciclabili.

Dal piazzale del Santuario, ci si dirige verso il parcheggio, sulla dx dell’edificio, una targa ricorda che: il 10 ottobre 1861 Don Bosco fece tappa a Crea, durante le tradizionali passeggiate autunnali nel Monferrato. Poco oltre il parcheggio ci si immette sulla SP19 svoltando verso dx, (si ripercorre il sentieri Asti – Crea e SVC in senso inverso fino a Godio). La SP segue lo spartiacque, tra vigneti ed alcuni boschi. Si supera la sede del Parco Naturale Sacro Monte di Crea sulla dx, giunti al bivio per Ponzano, si svolta a dx per il paese, proseguendo su asfalto. Pervenuti al bivio con l’agriturismo Zenevrea, si piega a sx in via E. Fossati e dopo 300 m si giunge alla parrocchiale di S. Giovanni Battista di Ponzano M.. Poche decine di metri prima della chiesa, sul muro del vecchio municipio, una targa ricorda il luogo dove abitò Don Giuseppe Lacqua, maestro elementare del Santo il quale, nell’ottobre del 1841, venne in  visita al suo precettore. Si continua lungo via Duca Amedeo SP18, s’incrocia un’area picnic, poco oltre al bivio, si prosegue diritto in discesa (si lascia il sent. SVC), lungo via Godio,  alternando l’asfaltato all’inghiaiato. Giunti nel bosco, alla borgata omonima, si svolta a dx (pilone votivo) SP18, si supera il cimitero e arrivati ad un quadrivio, con svolta a sx ci si trova in via Roma. Dopo 300m si arriva a Perno Inferiore, con la parrocchiale di S. Eusebio. Ci troviamo a Castelletto Merli, che comprende diversi borghi, tra i quali quello di Perno. Ritornati al quadrivio, si svolta a sx su asfalto in leggera discesa, al primo bivio si svolta a sx in via Terfengo, si cammina in piano. Al prossimo bivio si svolta a dx su strada Cosso (fila di gelsi). Superato il rio Menga, quando la strada con curva a dx inizia a salire, si svolta a sx su una sterrata che prosegue in piano tra i campi. Superato il rio, si risale il versante opposto in direzione di Guazzolo. Giunti alla SP16 via Torino (pilone votivo), si svolta a dx verso il paese, su asfalto. Dopo trecento metri si lascia via Torino per via Teresa Poggio a sx. Si supera la parrocchiale del SS. Nome di Maria, ci si immette a sx per via Masone. Dopo 200m si svolta a dx in discesa, la stradina diventa sterrata e prosegue tra i campi. Ad un quadrivio si prosegue diritto, strada comunale della Valle, si continua per 400m e si svolta a sx, sempre su sterrato, lungo strada comunale della Fonte di Oliaro. Superato il torrente Viazza, si inizia a risalire il versante tra boschi e campi, passando nel cortile di una cascina, Cascina nel Buco, per proseguire in salita su inghiaiata. Al bivio si svolta a dx ,strada vicinale delle Are. Proseguendo in piano si supera la cascina Krylia, ci si inoltra nel bosco in leggera salita. Si notano, nascoste dalla vegetazione, alcune cave di pietra, si passa accanto al B&B  Casale Osvalda. Dopo un centinaio di metri ad un quadrivio, si scende a dx su asfalto, tra le case. Percorsi 100m, al bivio si prosegue diritto su strada in parte sterrata, a mezzacosta. Dopo circa 1km (questo tratto si farà andata e ritorno) si giunge alla parrocchiale di Cardona dedicata a S. Eusebio,sita in  via Umberto1. Attraversando l’abitato si trova il B & B le Magnolie. Ritornati al bivio, si scende a dx, strada sterrata detta di Monte, che ci conduce al centro di Alfiano Natta, in piazza Vittorio Emanuele III detta “piazza del Gatto” per le presenza dell’omonima fonte(bar), ed alla vicina parrocchiale di S. Marziano. Si imbocca via Montubaldo, dietro alla chiesa, si attraversa il paese e all’incrocio con Corso Umberto I ci s’immette su strada Crosio, verso il fondovalle. Si risale il versante opposto, ritrovato l’asfalto si svolta a dx verso Sanico, tra le prime case del paese, via Crivelli, dove si può fare una breve deviazione a sx per la parrocchiale di S. Antonio Abate. Più avanti si mantiene la sx via S. Pietro, a seguire con svolta a sx tra le case, si scende verso il fondovalle su sterrato, mantenere la dx dopo circa 400m su strada erbosa, con lungo traverso tra i campi. All’incrocio a T svoltare a sx in piano (tartufaie) per raggiungere la ex ferrovia e attraversarla (ex stazione di Penango), si prosegue su asfalto diritto verso il paese, via Stazione. Giunti sullo spartiacque, ad un quadrivio, si svolta a sx via Barone, in leggera salita verso Penango. Al bivio si prosegue diritto, per via Don Bosco, dopo 250m si svolta a sx in via Garibaldi, per raggiungere la parrocchiale di S. Grato.

A Penango era presente un collegio Salesiano, intitolato a papa Pio V.  Inaugurato nel 1880, chiuse i battenti nel 1966 per essere demolito nel 1978. http://www.comune.penango.at.it/Home/Guida-al-paese?IDPagina=35971 

Si ritorna al bivio via Don Bosco, con via Asti la si segue su asfalto in discesa, giunti all’incrocio con la SP 457 var. la si attraversa (attenzione al traffico) proseguendo su sterrato in piano, superando il torrente Grana. Si continua a dx al suo fianco, per 1 km circa, si svolta a dx si attraversa nuovamente il torrente, risalendo la collina tra i campi, per giungere alla chiesetta di S. Defendente. Si continua a dx in piano su asfalto, via S. Pietro. Raggiunta via Camillo Benso Conte di Cavour la si segue a  sx  e poco oltre si sale a dx via Toselli. Al bivio seguire via Roma e raggiungere Piazza Marconi, con svolta a sx per via Galliano, dov’è situata la parrocchiale dedicata al SS. Nome di Maria. Siamo a Calliano Monferrato (tutti i servizi)  

Luoghi toccati da Don Bosco

Serralunga di Crea

Il 10 ottobre 1861 Don Bosco si fermò nel pomeriggio al Santuario di Crea con i suoi ragazzi, circa cento. Don Bosco aveva combinato il pranzo con il Canonico Crova, ma, giunti alla meta si trovarono una sorpresa, il Canonico aveva capito male ed era andato a Casale a preparare il pranzo nel Seminario. Don Bosco cercò un rimedio, erano circa le 14 e suonò al convento dei Frati Minori, che sentendo la banda, e vedendo tutti quei giovani, si fecero un po’ sospettosi e non aprirono.
Don Bosco disse ai ragazzi di entrare nel Santuario e di cantare “Vivo amante di quella Signora” sull’aria di “Va pensiero”. Poco per volta dalle finestrelle, dal coretto, dalla sacrestia si affacciarono i frati. Don Bosco si avvicinò ad uno di loro e questi gli fece segno di non parlare e disse: “mi lasci gustare questa melodia”. I ragazzi di Don Bosco cantavano bene e lui ci teneva.
All’avviso di Don Bosco i ragazzi si avviarono alle cappelle, arrampicandosi per l’erta collina. Quelle cappelle erano in parte state distrutte nell’invasione francese ma alcune erano già state restaurate e altre erano in via di restauro. Rimasero rapiti allo spettacolo che le statue rappresentavano. Quando discesero trovarono che i frati, benché poveri e con scarse provvigioni, avevano preparato il pranzo nel refettorio.
La minestra era un miscuglio di riso, paste, e legumi di ogni specie. Tutto il pane del convento stava sulle tavole. Nel forno fecero cuocere il maggior numero di focacce che poterono. Aggiunsero salame, formaggio, carne fredda avanzata al loro pranzo, frutta, quanto insomma di commestibile si trovava nella dispensa. Il Guardiano fece anche portare dell’ottimo vino e lo distribuì generosamente. Alle 16 dopo alcuni canti, una visita alla Madonna, una preghiera per quei così caritatevoli frati, e mille ringraziamenti, i giovani si rimisero in marcia e continuarono il cammino a piedi verso Casale. Una lapide a Crea ricorda questo passaggio di Don Bosco. Il Santuario di Crea è stato riferimento di spiritualità mariana per le opere di SDB ed FMA aperte nel Casalese (Mirabello, Borgo San Martino, Penango, Casale, Trino, Moncalvo…).

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Ponzano Monferrato

Don Bosco passò più volte a Ponzano dove andava a far visita al suo maestro elementare Don Giuseppe Lacqua, una lapide ricorda la casa in cui viveva. A nove anni dopo il sogno Don Bosco decise di seguire la via del sacerdozio, Don Lacqua insegnava a Capriglio ed inizialmente non voleva accogliere Don Bosco a scuola perché era di un altro comune. Il caso volle che, morta la serva del curato, questi assunse Marianna Occhiena, sorella di Margherita e dunque zia di Giovanni Bosco, che pregò don Lacqua affinché accogliesse il nipote a scuola.
Don Lacqua accettò forzatamente, ma poi finì per affezionarsi al ragazzo, difendendolo dai compagni ostili perché di un altro paese.
In cammino verso Crea nella famosa passeggiata del 1861 Don Bosco fu raggiunto dal parroco di Ponzano Don Ottone Francesco che lo invitò a sua casa, ma Don Bosco non poté accettare per mancanza di tempo. Don Lacqua non fu solo a Capriglio e a Ponzano, ma svolse il suo ministero anche a Colcavagno, a Castelletto Merli, a Godio.
Ricordato con stima per l’aiuto che sapeva offrire a tutti. Passando a Ponzano fu occasione per Don Bosco di ricordare ai suoi ragazzi l’antico maestro, non solo per aver imparato a leggere e scrivere, ma anche per l’educazione ai valori virtuosi.

FMA
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SDB
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Castelletto Merli

A Castelletto Merli Don Bosco è stato in visita, più volte, andando dall’amico cappellano Don Lacqua a Ponzano. Nel 1841 gli capitò di smarrirsi e di trovare rifugio nel castello. Con i ragazzi Don Bosco passa per Castelletto Merli durante la passeggiata del 1861, attraversa la frazione di Guazzolo e prosegue per Alfiano Natta diretto al Santuario di Crea. Quando viene aperta la Casa di Penango, nel 1880, Don Bosco avrà modo di passare ancora in queste generose terre monferrine.
I giovani aspiranti di Penango nutrirono sempre grande riconoscenza verso i parroci della zona per la loro accoglienza e generosità.
Con la chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio è ricordata la chiesa di Sant’Antonio Abate, dove don Bosco nel 1846 celebrò la messa con il cappellano don Giuseppe Lacqua.

SDB
Don Pasquale Pietro nato l’8/3/1850 • † Viedma (Arg)17/4/1935 Missionario

 

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Alfiano Natta

Nel 1837 e 1838 Don Bosco andò un paio di volte ad Alfiano Natta come predicatore, sul Santo Rosario prima e poi sull’Assunta. Vi ritornò con i suoi ragazzi il 10 Ottobre del 1859 per un breve saluto a due suoi grandi amici, il parroco Don Giuseppe Pellato e suo fratello Don Giovanni. Due anni dopo Alfiano fu una tappa nella passeggiata del 1861. Nel tardo pomeriggio del 9 ottobre 1861, Don Bosco con la sua allegra brigata, partito da Villa San Secondo, vi giunse dopo oltre tre ore di cammino. Ecco il racconto riportate dalle Memorie Biografiche: “Dalle 5 in poi la marcia non fu più interrotta. Passando noi per una lunga valle fiancheggiata da colline amenissime portanti a ridosso vari paeselli, la gente sospendeva i lavori nelle vigne per osservare quella carovana di musici, giovani, chierici e preti. I ragazzi del paese scendevano correndo sulla strada e alcuni di essi si univano alla nostra compagnia, accolti dalla cordialità simpatica di D. Bosco.
Intanto il sole tramontava ed essendo l’ora del saluto alla Vergine, si recitò l’Angelus.
D. Bosco finalmente entrava in Alfiano aspettato da tutta la popolazione: le campane suonarono la benedizione e la chiesa fu in un momento piena zeppa. D Bosco, al vedere la folla, volle offrire loro una serata allegra con i suoi giovani. Gli addetti al teatro lavorarono per allestire il palco. Su due o tre carri da buoi si collocarono gli assi, due antenne furono piantate per sostenere il sipario, e corde e chiodi tennero spiegate le scene. Il divertimento durò fino alle 11.
Una farsa, alcune poesie simpatiche in dialetto, vari canti popolari rallegrarono gli spettatori. Alla fine D. Bosco fece intonare una lode alla Madonna: i giovani si inginocchiarono e recitarono le preghiere della sera alle quali prese parte l’intera popolazione. Il Parroco, D. Pellato Giuseppe, ci condusse tosto ad una cascina e in varie case ove tutti poterono dormire comodamente.
Il 10 ottobre, giovedì, sul far dell’alba si cantò una messa solenne in musica, seguita dalla benedizione col Santissimo Sacramento. I giovani, dopo la loro refezione, ebbero licenza di visitare i dintorni del paese ed era legge che dovessero andare sempre riuniti in piccole squadre e mai da soli. Ma dopo breve ora si ode battere il tamburo che li chiama per la partenza. Salutato il venerando ospite e pregando il Signore a ricompensarlo, abbiamo lasciato Alfiano”.
I due fratelli sacerdoti con la loro sorella erano piccoli di corporatura, ma “grandissimi di mente e di cuore, con la casa parrocchiale pulita e ordinata e soprattutto la Casa di Dio tenuta con cura premurosa e attenta” così nell’impressione dei ragazzi di Don Bosco. Un altro sacerdote, originario di Alfiano, don Carlo Rossetti, era grandemente stimato da Don Bosco: passò la vita dedicandosi al servizio umile delle persone, per la salute fisica e morale. Lo ricordavano con venerazione a Pomaro, a Rosignano, ad Alfiano. Era stimato un santo.
(L. Deambrogio, Passeggiate autunnali) Nel territorio di Alfiano sono Cardona e Sanico, frazioni interessate dal passaggio di Don Bosco in tale occasione.

FMA
Sr Capra Olimpia
nata il 14 agosto 1857 • † GE Sampierdarena 4/1/1936 missionaria
Sr Quarello Maria nata il 26 giugno 1864 • † Saint Cyr (Francia) 24/2 / 1920 Pioniera

Prefestive sabato pomeriggio: si alternano le chiese parrocchiali di Cardona e Sanico; ore 16 (ora solare) ore 17 (ora legale):
Festiva: chiesa parrocchiale di Alfiano : ore 10 tutte le domeniche
Adorazioni: ogni primo martedì del mese alle ore 21

Punto di interesse sono il Castello, la chiesa parrocchiale di San Marziano e la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio (entrambe con opere del Caccia).
In posizione panoramica si trova la Big Bench.

Penango

Su indicazione di monsignor Emiliano Manacorda, vescovo di Fossano originario di Penango, nel 1880 Don Bosco acquistò per la cifra di 30.000 lire l’antico “casa Caroelli”, per adibirlo a collegio maschile.
La struttura, intitolata al papa Pio V, venne inaugurata il 6 giugno 1880 e in ottobre entrarono i primi 40 alunni. Vi funzionavano una scuola elementare e un ginnasio inferiore, con corsi privati aperti anche a studenti esterni. Nel personale salesiano dei primi anni si trovava come prefetto Don Michele Unia, di Roccaforte Mondovì, che partì missionario in Colombia e fu straordinario apostolo dei lebbrosi. Il suo generoso esempio era ricordato con ammirazione e stima tra i giovani aspiranti dell’Istituto. Dal 1900 al 1912 il Collegio ospitò una scuola per la formazione delle vocazioni salesiane adulte provenienti da paesi di lingua tedesca con il nome di Istituto San Bonifacio. Successivamente ritornò alle funzioni originarie e nel 1924 venne convertito in Aspirantato missionario, frequentato da chierici e sacerdoti destinati alle missioni salesiane in tutto il mondo. Nel 1966, anno di trasformazioni salesiane in Piemonte, la Casa di Penango conclude la sua intensa e gloriosa attività. Venne venduto e poi abbattuto nell’estate 1978. Tra il 1924 e il 1966 entrarono nell’Aspirantato di Penango 2754 giovani, dei quali 485 divennero Salesiani ed operarono sia in Italia che in terra di Missione. Ogni anno l’Istituto San Pio V ospitava in media 150 aspiranti provenienti da tutta l’Italia. La sua Unione Exallievi è una delle più attive: continua ancora oggi, con alcuni convegni durante l’anno, compreso uno a Penango nell’ultima domenica di maggio, e con il soggiorno estivo a Gressoney. Continua il sano spirito penanghino sostenendo i missionari exallievi della casa e l’attività missionaria salesiana in genere.

FMA
Cabiale Luigia
nata il 28 gennaio 1906 • † Alessandria 18 dicembre 1941
Cabiale Santina nata il 2 novembre 1901 • † Lima (Perù) 11/3/1938 missionaria
Massa Claudia nata il 14 agosto 1895 • † Riomaggiore (GE) 21 ottobre 1918

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Calliano Monferrato

Era l’8 ottobre del 1862 quando Don Bosco raggiunse il paese, dopo una lunga camminata da Villa San Secondo, sotto un sole cocente.
Sono accolti dal parroco don Giuseppe Sereno. La banda, entrando in paese, fa da richiamo alla gente con le sue note allegre. Si recano nella Chiesa parrocchiale per la benedizione eucaristica. Quindi, dopo una cena offerta dal parroco e dalla gente, i ragazzi del teatro regalano un momento di serena allegria. La giornata si conclude con generale soddisfazione e fiducia. Il giorno 9, giovedì, si partecipa alla Santa Messa.
La Chiesa è gremita: Don Bosco, uomo di Dio, suscita forte richiamo.
Ma la gente resta anche stupita dalla devozione con cui i giovani vivono quel momento centrale di fede e comunione. Interessante il racconto di Don Francesia nel suo libro sulle passeggiate: “Dopo la fontana solforosa si era vicini al paese, ancora 2 km. Ad un certo punto si delinea una lunga macchia bianca: case e case sapientemente disposte con una gradita dolcezza nell’insieme. Bella terra è Calliano! I ragazzini sbucavano da ogni parte e ci guardavano… erano tantissimi, come fossero radunati da una voce straordinaria…
Dai campi e dalle vigne anche la gente era tornata in anticipo. Il caro paese di Calliano fu per noi come un’oasi al viaggiatore nel deserto.”
Quando poi Don Bosco aprirà la Casa a Penango, distante pochi Km, Calliano diventa una delle mete frequenti dei ragazzi che frequentano quell’opera. E in tutti restava sempre l’impressione di un paese accogliente, ordinato.

Nativo di Calliano (21/7/1875) è Don Pietro Tirone, figura significativa nella storia salesiana. Giunse a Torino Valdocco nel 1887 ed ebbe occasione di conoscere e incontrare Don Bosco più volte. Divenuto Salesiano diede esempio meraviglioso di fedeltà a Don Bosco e ne seguì le orme come educatore del sistema preventivo. Dotato di intelligenza, profondità spirituale, doti di governo, divenne Superiore dell’Ispettoria Austro-Ungarica prima e poi della Polonia. Dovette affrontare non poche situazioni delicate sia sul versante sia nell’ambito pastorale e sia sul versante sociale, avendo a che fare con la prima guerra mondiale in territori decisamente coinvolti. Don Tirone seppe guidare con prudenza e saggezza. La conoscenza della lingua tedesca, polacca e slovena gli consentirono di comunicare con i confratelli e promuovere la presenza salesiana: quando rientrò in Italia le opere erano numerose e ben avviate, stimato e benvoluto da tutti. Il Rettor Maggiore Don Rinaldi lo affiancò al Catechista Generale, Don Barberis, e alla morte di questi, nel 1926, Don Pietro divenne suo successore.
Tale incarico lo mantenne fino al 1952. (Notizie dettagliate su Don Tirone si trovano su Ricerche storiche salesiane 9, 1990).

FMA
Sr Delzano Teresa
n. il 21 marzo 1876 • † Sant’Ambrogio Olona (VA) 18/11/1941
Sr Mellana Celestina nata il 25 giugno 1865 • † Monserrato 9 gennaio 1939
Sr Millino Rosa nata il 14 settembre 1872 • † Nizza M.to 30 maggio 1899
Sr Carolina Besso nata il 24/04/1896 – morta a Vercelli il 21/04/1974
Don Pietro Tirone – Nato il 21 luglio 1875 – muore il 4 febbraio 1962 a Torino

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Accanto alle Chiese romaniche San Michele (sec.X) e San Pietro (sec. XI), merita il centro storico con la parrocchiale SS. Nome di Maria e il castello.
Interesse pure la Pirenta, fonte solforosa curativa.

Strutture Ricettive e attività commerciali

PONZANO MONFERRATO – Cascina Zenevrea

Responsabile: Roberta
Via Emilio Fossati, 1 – Ponzano Monferrato
www.cascinazenevrea.it
Tel. +39 01411650156 – +39 3393699594
(È possibile usufruire del servizio ristoro).

Referenti Tappa

  • COLLE DON BOSCO
    Ufficio accoglienza ospitalità: Tel. 3285627719
    mail: accoglienza@colledonbosco.it

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Manifestazioni Annuali

DICEMBRE – FESTA DI NATALE

OTTOBRE – PASSEGGIATA DELLA RASSEGNA “CAMMINARE IL MONFERRATO”

AGOSTO – FESTA D’ESTATE

SETTEMBRE – “NOTTE VERDE”

MARZO – FESTA DI CARNEVALE

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